Sun Dance

di Antonaglia Luca

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La Sun Dance, il cui vero nome è WIWANYAG WACHIPI, è uno dei rituali sacri più importanti delle popolazioni native americane. Nonostante nell’immaginario collettivo si creda fosse un rituale Lakota (chiamati sioux dai coloni Europei) e in particolare degli Oglala, la danza del sole era diffusa in molte altre popolazioni native nord americane, tra le quali possiamo ricordare: Arapaho, Arikara, Asbinboine, Cheyenne, Crow, Blackfoot , Hidutsa, Cree, Plains Ojibway, Sarasi, Omaha, Ponca, Ute, Shoshone e Kiowa.

Tradizionalmente, allora come oggi, la Danza del Sole si svolge nei mesi estivi quando la luna è piena e, in un’atmosfera di profonda sacralità, uomini e donne di diversi clan si riuniscono per celebrare questo fondamentale rito.

Il luogo dove si svolge la Sun Dance è circolare, costruito con pali in legno disposti in modo da formare un cerchio perfetto, al centro del quale viene scavata una grande buca che rappresenta la madre terra. Nella visione “ontologica” dei nativi, tutto ha aspetto sferico, circolare: tutto si muove seguendo il naturale movimento del sole e con esso quello della terra e degli astri.

Dentro la buca viene disposto il Wakachan, il sacro albero di pioppo, che rappresenta l’elemento maschile, l’antenna che invierà nell’universo ed al Grande Padre le sofferenze e le suppliche. All’interno del cerchio per 4 giorni, senza mangiare e senza bere, si eseguono danze: pregando e sacrificandosi per gli altri. I danzatori legano la loro corda ai rami alti del pioppo che rappresenta il cordone ombelicale che un tempo legava tutti noi alla Madre. Lo sciamano o “il leader spirituale” esegue delle incisioni sui pettorali dei danzatori (uomini della tribù) in cui inserisce ossicini di bufalo, o bastoncini, ai quali vengono fissate le corde. Ogni danzatore tirando con il corpo cercherà di lacerarsi la carne, liberandosi dalla corda e dai perni con un notevole dolore fisico. Tale sofferenza rappresenta il dolore della Madre che dà la vita, il più grande dono che possa esistere.

In questo modo, restituiscono alla Madre Terra parte di quelle sofferenze e del loro sangue, per ringraziarla della vita avuta e di tutto ciò che ci ha dato e ci darà. Il rito celebra il rinnovamento e la rinascita spirituale dei partecipanti e dei loro parenti, la rigenerazione dei vivi e della Terra con tutte le sue componenti: il cerchio simboleggia questo ciclo continuo e questa unità di tutte le cose.

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Studi sociologici ci dicono che i rituali, che possono essere attuati come forme di iniziazione (di passaggio e di appartenenza) o di devozione, sono legati al mito ancestrale della creazione. Il mito che viene rievocato è necessario a colpire l’immaginario e l’apparato simbolico collettivo/individuale. Questo è necessario a trasmettere un’etica e dei valori che sappiano, non solo guidare le scelte individuali, ma delineare la costruzione delle strutture sociali che sorreggono il sistema collettivo. In realtà, possono essere anche mezzi per mettersi alla prova, di fronte a sé stessi e alla popolazione di appartenenza, come forma di sacrificio al quale sarà dato un riconoscimento in forma di prestigio personale e sociale. Ai rituali sono legati sempre momenti di grande festa che coinvolge l’intera popolazione, sono un mezzo per rafforzare l’identità comunitaria e di appartenenza. Il corpo individuale diviene corpo collettivo.

Un’ulteriore chiave di lettura ci dice che, attraverso il dolore e il suo controllo, in uno stato alterato delle percezioni, il danzatore ottiene una rinascita del se entrando in comunione con l’energia cosmica, dove otterrà una visione che gli sarà da guida per tutta la vita. Un altro aspetto che spesso è tralasciato ma che antropologi, di origine nativa nord americana, in recenti studi, tendono a precisare è che in alcune di queste popolazioni, come ad esempio gli Oglala, non esistevano rigide gerarchie.

Di solito, venivano riconosciuti come leader temporanei, in questione specifiche, membri della popolazione che avevano una particolare autorevolezza. Le popolazioni denominate sioux non vedevano di buon occhio chiunque accumulasse troppo potere. Valori fondamentali erano: coraggio, generosità, forza, integrità, equilibrio e saggezza. I segni lasciati da cerimonie come la Sun Dance e da altre prove di coraggio, come le scarificazioni, sono simboli di questi valori a cui tutta la tribù dà approvazione. Inoltre, il simbolo impresso nella nostra carne non ha solo un valore di riconoscimento identitario collettivo ma è anche un segno personale impresso nella nostra interiorità e percezione delle cose.